La Abbas Gholi Khan Historical House

È in uno dei miei vagare in giro per la cittadina di Abadeh, in Iran, che ho scoperto una gemma inaspettata. La Abbas Gholi Khan Historical House è uno degli antichi edifici di Abadeh che risale al periodo dei Qajar, una dinastia turcomanna della Persia che era all’origine una tribù stabilita nel Caucaso iraniano e che regnò in Persia dal 1794 al 1925. Il loro regno, chiamato Stato Sublime di Persia, fu fondato da Muḥammad Khān Qājār dopo avere sconfitto ed ucciso l’ultimo sovrano Zand appunto nel 1794.

La vista sulla piazza – Image by Thomas

Ma torniamo alla Abbas Gholi Khan: le mura di cinta frontali alte almeno 5 metri in mattoni grezzi e una massiccia porta in legno sormontata da uno splendido e coloratissimo mosaico con scritte in arabo indicava chiaramente che lì si trovava qualcosa di speciale, così sono entrato. Meraviglia delle meraviglie, all’interno mi sono ritrovato in un cortile con al centro una fontana rettangolare e tutto intorno negozietti di artigianato locale nonché stanzette che albergano una sorta di museo.

Mentre nel cortile sono state collocate vecchie anfore, pompe d’acqua d’altri tempi e antichi mobili in legno, nell’interno delle stanze vi è una vera e propria esposizione, con antichi letti e divani, coloratissimi mosaici, utensili da cucina in rame, piatti e anfore, un misto di armamentari ed oggetti vari, e pure una collezione di centinaia di pezzi di scatole di fiammiferi. Questa è una delle caratteristiche più interessanti di Abbas Gholi Khan Historical House, grazie alla quale ho sperimentato la sensazione di viaggiare nel passato e tornare non solo all’era Qajar, ma pure ad altri periodi più recenti.

il cortile della Abbas Gholi Khan al tramonto – Image by Thomas

L’architettura della Abbas Gholi Khan è un perfetto esempio di casa a corte centrale con stucchi unici e decorazioni in legno. Leggo che la parte sud dell’edificio, compreso un pozzo dal quale proveniva l’approvvigionamento di acqua potabile, il serbatoio dell’acqua, l’ingresso e la cucina sono stati demoliti negli anni settanta per fare spazio all’allargamento della strada. Un vero peccato non siano riusciti a preservare questa incredibile macchina del tempo come si dovrebbe.

Anche questo è un po’ come un caravanserraglio, simile al Timche Sarafian ma molto più bello e curato. Vi ho trovato alcune somiglianze con le Haveli del Rajastan in India. Nella parte superiore, balconate che si affacciano sulla piazza ospitano tavolini e sedie, un invito a salire le scale che non mi sono lasciato scappare. Sopra, a parte le spaziose terrazze e i graziosi balconi dai quali ammirare il cortile sottostante, ho trovato una caffetteria che comprende varie stanze, anche queste arredate come un piccolo museo: un misto di stili arabesco ed europeo del primo novecento, con oggetti vintage su scaffali e mensole, sedie e tavolini in legno classico e vari oggetti anni 70 come vecchie radio e televisioni.

Il balcone della caffetteria con un paio di avventori – Image by Thomas

Ho approcciato la ragazza dietro al bancone, e mentre inizialmente avevo intenzione di ordinare un caffè incuriosito dalla splendente e moderna macchina da caffè in bella mostra, ho casualmente adocchiato una mensola dove erano esposti una serie di barattoli in vetro contenenti vari tipi di tè e tisane, che mi hanno immediatamente conquistato. Ho ordinata un tè alle rose e mi sono accomodato. Ero l’unico cliente, ma non lo sono rimasto per molto. Verso l’imbrunire il posto si è riempito di giovani locali. Vengono qui per bere un caffè o un frullato e chiacchierare, giocare a backgammon o semplicemente passare un po’ di tempo tra maschi e femmine (senza velo) lontano dagli occhi dei ‘benpensanti’.

La giornata ad Abadeh è stata tiepida ma il tramonto già preannuncia una serata frizzante. Le montagne che circondano la città sono ancora innevate, nonostante l’inverno stia ormai giungendo al suo epilogo. Mi gusto il delizioso tè alle rose servito in una graziosa tazzina a motivi floreali, addolcito con i tradizionali stecchini ricoperti da zucchero giallo caramellato, e mi riposo, pensando a come è bello vagare ed incontrare posti magici come la Abbas Gholi Khan.

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