Koh Yao: quella prima volta che non si scorda mai

Verso il tramonto

Nella mia quasi trentennale esperienza di vita in Thailandia, potrà sembrare strano, Koh Yao è stato uno dei primissimi posti che ho visitato.

A dirlo oggi strano non sembra affatto, Koh Yao è attualmente una destinazione abbastanza comune nel mondo del turismo internazionale che guarda verso la Thailandia, può addirittura proporre ai suoi visitatori anche strutture alberghiere di un certo livello su entrambe le sue isole Koh Yao Yai (quella Grande) e Koh Yao Noi (quella più Piccola).

Quella sera vedemmo volare decine di buceri sopra di noi

Se invece rapportiamo la mia visita a Koh Yao Noi (nel caso specifico) al 1993 allora certe prospettive cambiano e la visita di uno straniero che si recava sull’isola con la necessità di farsi un vaccino contro il tetano a causa del morso di una scimmia potrebbe allora apparire come un fatto fuori dalla realtà.

In effetti il morso di una scimmia poteva essere un evento del tutto naturale, dato che prestavo servizio di volontariato in un centro di riabilitazione di gibboni emi trovavo distaccato presso un’isola deserta nella baia di Phang Nga che si chiama Koh Boi, che è molto più vicina a Koh Yao Noi che a Phuket. Quello che si potrebbe definire stravagante era che su quest’isola, allora del tutto sconosciuta, abitata da pescatori, coltivatori di riso e allevatori di bufali d’acqua, tutti rigorosamente musulmani, ci fosse un ambulatorio pubblico, dove ho potuto essere vaccinato.

La nostra meta si avvicina

Per certe cose, secondo me, la Thailandia è avanti e infatti già da allora c’era un ambolatorio (sia pur semplice) in ogni distretto che doveva garantire per lo meno un primo intervento per i suoi abitanti e, personalmente, non posso neanche lamentarmi per l’efficienza, visto che alla fine il tetano non l’ho preso.

A Koh Yao c’era anche di più che un ambulatorio, dei bufali e dei campi di riso. C’erano degli spacci dove, come dei “Di Caprio in The beach” in anticipo sui tempi, facevamo la nostra corsa del riso per comprare generi alimentari e di “conforto”. Insomma, dopo una permanenza di qualche giorno in un’isola solitaria, dove eravamo 2 o 3 volontari e alcune scimmie liberate, recarsi a Koh Yao era per noi come quando lasci il paesello per recarti ad una fiera in città.

Laem Haed beach

Al di la dei ricordi personali, quella Koh Yao vintage, evoca ancora in me delle immagini bucoliche che hanno fatto parte di un patrimonio naturale e sociale che ha condizionato la mia scelta di restare in questo paese. Così mi tornano alla mente il verde brillante dei campi di riso con le donne, con i tipici copricapi a cono, piegate a raccogliere i preziosi chicchi, costruzioni con pretesa di ristorante dove ricordo di avere mangiato la cosa che in quel momento sembrava la più commestibile per i miei gusti: un uovo di chissà quale volatile, di un colore indecifrato che alla fine dei conti non era poi neanche tanto male.

Mi tornano a mente gli abitanti a torso nudo, con la pelle bruciata dal sole e con indosso solo un pareo che conducevano pigramente vacche o bufali al pascolo. E, per finire, gli immancabili ragazzini con le divise scolastiche o con i loro vestiti “borghesi”, a seconda dell’orario, che riempivano le loro giornate con giochi di altri tempi. Quanti aquiloni vedevi volare in quella Koh Yao.

Oggi le due Koh Yao continuano ad essere una delle mie mete periodiche favorite anche se di aquiloni se ne vedono volare molti di meno.

Quelle verdi risaie che mi colpirono tanti anni fa

Raggiungibili in meno di un’ora di barca tradizionale da Krabi, dove abito, e nonostante che anche su loro si siano abbattuti, inesorabili, i segni della modernità, le due isole esercitano tuttora su di me quel fascino tipico della mia prima volta. Del resto i campi di riso con le donne al lavoro e i bufali con i loro mandriani sono ancora la, le prime sempre con i loro cappelli a cono, i secondi sempre a torzo nudo, con la pelle abbronzata e il pareo.

Certo, l’ambiente circostante un po’ è cambiato. Un turismo, sia pure con pretese naturalistiche, ha iniziato a diffondersi sulle due isole e, come accennato all’inizio sono sorti hotel anche a 5 stelle, che promettono di vivere la natura in un ambiente fatto di comodità. È il caso, ad esempio del  TreeHouse Villas che con le sue camere situate al di sopra degli alberi, ti fanno vivere una vacanza alla “Io Tarzan tu Jane”, ma con vista sul mare, stanza da pranzo privata ed altri comfort.

L’incredibile gamma di colori che si puo’ ammirare a Koh Yao

La natura, la vegetazione tropicale e quelle sacche di vita locale che fanno delle due isole un angolo da “ritorno al passato” diventano alla fine l’attrazione principale e tuffarsi in un angolo di pace magari a bordo di un “moderno” motorino rappresenta la maniera migliore di girare ognuna delle due isole. Si potranno ammirare scorci veramente incantevoli del meridione rurale Thai e, se pure potrebbe essere difficile trovare quei ristorantini locali che mi sfamarono trent’anni fa, non sarà un problema nutrirsi di ovunque nell’isola, sia per chi vuole azzardare la cucina locale, che qui è veramente locale, sia per chi preferisce invece una cucina nostrana. Per questo c’è il Ciao Bella, un punto fermo nel mondo della ristorazione in Thailandia dove Umberto, chef di razza originario dell’isola d’Elba, ti fa alzare da tavola sazio e soddisfatto.

E che due tagliatelle al Ciao Bella non te le vuoi mangiare

C’è una storia che accompagna il Ciao Bella, una storia di amicizia, di onde anomale, di sopravvivenza, di morte, di forza di volontà, una storia che ha reso iconico questo ristorante quasi quanto la qualità del suo cibo. Ma questo sarà un tema da trattare in un’altra circostanza.

Le spiagge, per concludere, non godono la fama delle bianche spiagge tropicali ne sono all’altezza delle altre spiage thailandesi del mare delle Andamane, a parte Laem Haed beach, una piccola striscia di sabbia situata a Koh Yao Yai, in quel canale di Koh Yao che separa le due isole. Laem Haed ha la sua sabbia bianca e le sue palme che fanno molto cartolina ed è molto gradevole per trascorrerci un paio d’ore. Sono certo che non è la sola, ma questo lo verificheremo in un altro momento, la prossima volta che, rivisitando il mio passato, mi dedicherò ad un full immersion di spiagge.

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